Come pregava

dipinto di p. Enzo Caiffa ocd


Mi sentivo amata da Gesù 
ed anch’io gli dicevo 
nel più profondo silenzio 
il mio amore”
Elia di San Clemente


Prima di vedere quali preghiere dedicava al Signore e come descrivesse la preghiera, bisogna dire che Suor Elia è una carmelitana scalza, erede di Teresa d'Avila, colei che è stata definita "madre degli spirituali" e che ha insegnato che  l’orazione mentale non è altro – per conto mio – che un trattare con amicizia, intrattenendosi molte volte da soli con Chi sappiamo che ci ama” (Vita 8,5).


Una volta entrata al Carmelo l'orazione di suor Elia, quasi spontaneamente sgorgata dal suo cuore, sin da piccola, come colloquio di intima amicizia si approfondisce e prega come insegna la fondatrice dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, Teresa di Gesù: 
« Gesù mi è sempre vicino, mi conosce bene e sa che io lo amo anche senza che glielo dica; mi segue ovunque io vada senza stancarsi; mi pensa sempre, mi ama. E questo immenso amore che mi porta me lo dice tutto il creato e tutto ciò che mi circonda ».

Uno degli insegnamenti della Santa Madre Teresa di Gesù è quello di tenere lo sguardo fisso su Gesù e Sr. Elia ne è degna figlia quando scrive: “Voglio fissare in Te. Sole Eterno, la mia pupilla, per non più vedere le cose di quaggiù… Voglio parlare suggerita da Te, voglio muovermi diretta da Te, voglio agire, sorridere, piangere con Te, per Te…” 
Il testo che raccoglie i suoi scritti, pubblicato dalle edizioni ocd è una vera miniera: una sezione è interamente dedicata alle devozioni, ai proponimenti, alle riflessioni e ad alcune preghiere scritte dalla beata. Vi consigliamo di leggerlo. Qui riporteremo alcuni frammenti



Il pensiero che io vivo per Te, mio Dio, deve rendermi felice in tutti gli eventi. Ti chiedo, o mio buon Gesù, di tutto cuore la grazia di distaccarmi da tutte le cose di questa e di vivere unicamente per Te, di non desiderare mai nulla per me, ma vivere come se fossi sola al mondo. Dammi la grazia, o mio Dio, di penetrare negli intimi segreti del tuo Cuore, e qui vivere sconosciuta a ogni sguardo umano e anche a me stessa: fa' che io operi diretta da Te, parli ispirata da Te, viva del Tuo respiro, i palpiti del mio cuore si fondano con i tuoi palpiti Divini. Così, nel breve passaggio di questo esilio, io gusti anticipatamente le gioie di quella vita eterna che Tu hai promesso a chi quaggiù sperò e visse unicamente per Te.


 “La mia forza è la preghiera, il silenzio, poiché l’anima mia trova eco in quelle dolcissime parole della cara Santina: Non credevo poter soffrire tanto, se non a ragione del mio gran desiderio di salvare anime…”




O dolce nascondimento, amo passare i miei giorni alla tua ombra e consumare così la mia esistenza, per amore del mio dolce Signore..... Talvolta, pensando a quelle eterne ricompense, così sproporzionate ai leggeri sacrifici di questa vita, la mia anima ne resta meravigliata e, presa da un' ardente brama, si slancia verso Dio, esclamando: "O mio buon Gesù,  a qualunque costo voglio raggiungere la meta, il porto di salvezza. Non mi negare nulla, dammi da soffrire. Sia questo il martirio più intimo del mio povero cuore, occulto ad ogni sguardo umano: una croce nuda io ti chiedo. Adagiata su questa, voglio passare i miei giorni quaggiù"
Quando si soffre con Gesù, il patire è gioire; soffrire amando io bramo, fuori di questo non voglio più nulla.
Mio Diletto, chi mai potrà separarmi da Te? Chi sarà capace di spezzare queste forti catene che tengono stretto il mio cuore al Tuo? Forse l'abbandono delle creature? E' proprio questo che unisce l'anima al suo Creatore... Forse le tribolazioni, le pene, le croci? E' in queste spine che il canto dell'anima che t'ama è più libero e più leggero. Forse la morte? Ma questa non sarà altro che il principio della vera felicità per l'anima....  Nulla, nulla potrà separare, neppure per brevi istanti, quest' anima da Te. Essa fu creata per Te ed è fuori centro se non vive abbandonata in Te.  
La mia vita è amore: questo nettare soave mi circonda, questo amore misericordioso mi penetra, mi purifica,  mi rinnova e sento che mi consuma. Il grido di questo mio cuore è: "Amor del mio Dio, Te solo cerca l'anima mia. Anima mia, soffri e taci; ama e spera; immolati e nascondi la tua immolazione sotto un sorriso, e sempre avanti...
Voglio passare la mia vita in un profondo silenzio per ascoltare nell'intimo dell'anima la delicata voce del mio dolce Gesù.
Anime io cercherò per lanciarle nel mare dell'Amore Misericordioso: anime di peccatori, ma soprattutto anime di sacerdoti e religiosi. A questo scopo la mia esistenza si spegnerà lentamente, consumandosi come l'olio della lampada che veglia presso il Tabernacolo".
Sento la vastità de!la mia anima, la sua infinita grandezza, che non basta l'immensità di questo mondo a contenere: essa fu creata per perdersi in Te, mio Dio, perché tu solo sei grande, infinito e perciò tu solo puoi renderla pienamente felice.
Suor Elia di San Clemente